Alpino Ragaglia Alfredo cl. 1924 - Registro storico Gruppo Alpini Bobbio - n. 70

Italo Londei, comandante partigiano della VII Brigata di Giustizia e Libertà ricorda Alfredo Ragaglia.

"Dopo la famosa battaglia del Monte Penice del 24.8.1944 e il conseguente abbandono di Bobbio da parte dei partigiani della Quarta Brigata, giunsero in questa città gli alpini della Divisione "Monterosa" col compito di presidiarla. Fra questi militari era l'alpino Alfredo Ragaglia, bobbiese non solo di nascita. Egli venne a trovarsi in una situazione del tutto particolare in quanto militare di fiducia del Maggiore Della Valle, comandante del Battaglione Alpino "Aosta", e nello stesso tempo compagno ed amico di quanti fra i giovani bobbiesi si erano schierati con i partigiani del luogo. In particolare, amico e compagno del Tenente Virgilio Guerci, comandante della Quarta Brigata Partigiana, e del sottoscritto Tenente Italo Londei, comandante della Settima Brigata Partigiana.

Mi è noto che l'alpino Ragaglia seppe comportarsi nel modo migliore fornendo al Maggiore Della Valle informazioni rassicuranti sui partigiani bobbiesi, informazioni che migliorarono i rapporti sia fra i nostri avversari e la popolazione locale sia fra i militari dei due fronti, avversari sì, ma mai veri nemici. Il Maggiore Della Valle ebbe il merito di comportarsi in modo sempre leale e corretto per quanto lo consentiva la sua situazione militare e proprio lui permise ad Alfredo di farsi partigiano scortandolo personalmente fuori da Bobbio.

Giunto fra noi della Settima Brigata, l'alpino Ragaglia fu accolto con gioia da tutti, compresi quei suoi compagni alpini che in precedenza erano stati prelevati o avevano disertato dal proprio reparto.

Nella Settima Brigata la sua opera si rivelò subito preziosa grazie alla sua conoscenza della toponomastica del territorio: era una guida esperta e sicura ogni volta che si doveva staccare una nostra pattuglia. Fu un partigiano valente sotto tutti gli aspetti, per serietà , fedeltà , onestà e spiccato senso del dovere. Prese parte a tutte le azioni di guerra come valoroso combattente e fu capace di districarsi anche dalle più drammatiche situazioni del duro rastrellamento invernale.

Era sempre al mio fianco, sereno, generoso e fiducioso. Di una fiducia che io ricambiavo con riconoscenza, non tanto come comandante quanto come amico fraterno".

Al capezzale dell'amico Alfredo Ragaglia

"Londei stava immobile, dritto in piedi a fianco del letto di morte di mio zio(nota di Maria Luisa Bressani), e così restò per molto tempo. In silenzio solo incurvato sulle spalle perch chino verso il letto in atto di umana condivisione.

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